Un luogo dove trovare i nostri prodotti e dove incontrare persone.
Dai grani antichi, tutta la fragranza e la ricchezza della nostra terra.
“Tour, visite guidate e degustazione di balsamici. Vieni a trovarci, sulle note di gusti e profumi eccezionali rivivremo insieme un vero e proprio viaggio nel tempo”.
Oggi il nome Aceto Balsamico può essere sentito nominare in ogni angolo del pianeta: un nome ricco di fascino, capace di portare un tocco di raffinatezza sui piatti di tutta la terra. Un nome che ha portato Modena sulla bocca di tutti alla pari della Ferrari e di Pavarotti. Eppure, cos’è l’Aceto Balsamico?
È molto difficile ripercorrere la storia dell’Aceto Balsamico senza prendersi il rischio di cadere nella leggenda. L’ Aceto Balsamico infatti è sempre stato sin dalla sua origine un prodotto di lusso, destinato a pochi, il quale veniva maturato nelle soffitte dei palazzi delle famiglie più altolocate di Modena.
Esso non rappresentava dunque un bene destinato al mercato, e dunque soggetto a determinati standard di produzione, bensì era rivolto primariamente all’autoconsumo e poi, eccezionalmente, al dono.
La dimensione privata del balsamico fece inoltre sì che di fatto ogni famiglia possedesse una propria singolare ricetta, rendendo dunque molto difficile andare ad identificare l’aceto balsamico con un prodotto preciso. È solamente nel XIX secolo che si trovano i primi riferimenti ad un prodotto sufficientemente definito che inizia ad affacciarsi sul mercato, perlopiù a livello locale.
Si deve infatti attendere la seconda metà del XX secolo per vedere l’esplosione del fenomeno Aceto Balsamico, la quale porta ad una identificazione precisa del prodotto e di conseguenza ad una sua normazione, culminata con la nascita della Consorteria dell’Aceto Balsamico nel 1967.
Oggi il nome Aceto Balsamico può essere sentito nominare in ogni angolo del pianeta: un nome ricco di fascino, capace di portare un tocco di raffinatezza sui piatti di tutta la terra. Un nome che ha portato Modena sulla bocca di tutti alla pari della Ferrari e di Pavarotti. Eppure, cos’è l’Aceto Balsamico?
È molto difficile ripercorrere la storia dell’Aceto Balsamico senza prendersi il rischio di cadere nella leggenda. L’ Aceto Balsamico infatti è sempre stato sin dalla sua origine un prodotto di lusso, destinato a pochi, il quale veniva maturato nelle soffitte dei palazzi delle famiglie più altolocate di Modena. Esso non rappresentava dunque un bene destinato al mercato, e dunque soggetto a determinati standard di produzione, bensì era rivolto primariamente all’autoconsumo e poi, eccezionalmente, al dono.
La dimensione privata del balsamico fece inoltre sì che di fatto ogni famiglia possedesse una propria singolare ricetta, rendendo dunque molto difficile andare ad identificare l’aceto balsamico con un prodotto preciso. È solamente nel XIX secolo che si trovano i primi riferimenti ad un prodotto sufficientemente definito che inizia ad affacciarsi sul mercato, perlopiù a livello locale. Si deve infatti attendere la seconda metà del XX secolo per vedere l’esplosione del fenomeno Aceto Balsamico, la quale porta ad una identificazione precisa del prodotto e di conseguenza ad una sua normazione, culminata con la nascita della Consorteria dell’Aceto Balsamico nel 1967.
Come ogni famiglia modenese, anche la famiglia Forni nelle soffitte del suo palazzo in centro teneva le sue batterie di aceto balsamico: non ci è dato conoscere con precisione a quanto risalgano le due batterie ancora oggi in produzione, tuttavia il documento più antico che ne parli è un inventario contenuto in un atto notarile di successione e divisione redatto nel 1757. Possiamo dunque considerare che a quel tempo i “dodici vaselli” di aceto fossero già da tempo avviate.
Giunti ai nostri giorni attraversando tutte le vicissitudini che 300 anni di storia possono implicare, i dodici vaselli del ‘700 ci parlano di tutte le mani che ne hanno avuto cura, dei periodi di abbandono dovuti alle guerre e agli esilii, dei numerosi traferimenti subiti per essere tenuti al sicuro: sono di fatto testimoni “viventi” della storia della nostra famiglia, e, attraverso di essa, di Modena.
L’aceto in esse contenuto è oggi curato dal Maestro Renato Pifferi che ha saputo riportare al giusto equilibrio un prodotto che la Seconda Guerra Mondiale, ultime ed irrisoria tra le sue ferali conseguenze, aveva rischiato di distruggere per sempre, così come purtroppo è capitato alla maggior parte delle antiche acetaie: ad oggi quelle secolari sopravvissute al tempo e ai conflitti si contano sulle dita di una mano.
Come ogni famiglia modenese, anche la famiglia Forni nelle soffitte del suo palazzo in centro teneva le sue batterie di aceto balsamico: non ci è dato conoscere con precisione a quanto risalgano le due batterie ancora oggi in produzione, tuttavia il documento più antico che ne parli è un inventario contenuto in un atto notarile di successione e divisione redatto nel 1757. Possiamo dunque considerare che a quel tempo i “dodici vaselli” di aceto fossero già da tempo avviate.
Giunti ai nostri giorni attraversando tutte le vicissitudini che 300 anni di storia possono implicare, i dodici vaselli del ‘700 ci parlano di tutte le mani che ne hanno avuto cura,
dei periodi di abbandono dovuti alle guerre e agli esilii, dei numerosi traferimenti subiti per essere tenuti al sicuro: sono di fatto testimoni “viventi” della storia della nostra famiglia, e, attraverso di essa, di Modena.
L’aceto in esse contenuto è oggi curato dal Maestro Renato Pifferi che ha saputo riportare al giusto equilibrio un prodotto che la Seconda Guerra Mondiale, ultime ed irrisoria tra le sue ferali conseguenze, aveva rischiato di distruggere per sempre, così come purtroppo è capitato alla maggior parte delle antiche acetaie: ad oggi quelle secolari sopravvissute al tempo e ai conflitti si contano sulle dita di una mano.
Recentemente alle due batterie storiche di casa Forni è stata affiancata una imponente acetaia composta da 73 batterie di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena certificato D.O.P. di circa 35 anni, con l’intento di portare la secolare esperienza maturata dalla nostra famiglia in un prodotto più giovane, ed assicurare così al futuro la perpetuazione di una tradizione che vale certo la pena salvaguardare.
Recentemente alle due batterie storiche di casa Forni è stata affiancata una imponente acetaia composta da 73 batterie di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena certificato D.O.P. di circa 35 anni, con l’intento di portare la secolare esperienza maturata dalla nostra famiglia in un prodotto più giovane, ed assicurare così al futuro la perpetuazione di una tradizione che vale certo la pena salvaguardare.